Tucker, una storia statunitense

La carrozzeria era stata disegnata da Alex Tremulis, ex dipendente della Auburn Automobile Company. Il responso del pubblico fu molto positivo ma la produzione si fermò dopo solo 50 esemplari. L’elevatissimo grado di innovazione della macchina di Tucker attirò le invidie dell’intera industria automobilistica. Grazie alla corruzione di molti personaggi politici, Tucker divenne bersaglio di una campagna di boicottaggio devastante, culminata nel 1949 con un’accusa di bancarotta fraudolenta. Lo stabilimento di produzione, ricevuto in concessione dal Governo, tornò in mani pubbliche.

Nel 1950 Preston Tucker fu assolto ma ormai era troppo tardi per risollevare le sorti dell’azienda. Morì nel 1956.

Da Turcker 48 1948: il prossimo aprile all’asta un esemplare “nato oggi” | Ruoteclassiche

Ivanbucks

Howard D. Schultz, presidente e CEO della famosa catena di caffetterie Starbucks, ha annunciato che l’azienda all’inizio del 2017 aprirà il suo primo bar in Italia, in centro a Milano. Da anni si parla di un’imminente apertura italiana di Starbucks, ma solo oggi è ufficiale: il gruppo Percassi, il cui proprietario è Antonio Percassi, imprenditore bergamasco e tra le altre cose presidente dell’Atalanta, si occuperà dell’arrivo di Starbucks in Italia. Non è ancora nota la posizione esatta in cui aprirà la prima caffetteria.

Riflesso pavloviano: appena ho letto “Starbucks arriva in Italia” ho subito pensato a Milano.

Da Ora è ufficiale: Starbucks arriva in Italia – Il Post

Marketing

“È una strategia di marketing”, ha detto l’Fbi commentando la posizione della Apple. Ma dalla più grande azienda statunitense quotata in borsa sarebbe difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Come ha scritto Snowden, è una situazione paradossale: “L’Fbi sta creando un mondo in cui i cittadini contano sulla Apple per difendere i loro diritti, anziché il contrario”.

Da Marketing – Giovanni De Mauro – Internazionale

De rerum natura iuxta propria padania

Intervistato ieri in merito alla decisione della Consulta (ah, la Consulta sarebbe la Corte Costituzionale, il nome deriva dal palazzo in Piazza del Quirinale, in cui ha sede, così, giusto per) di bocciare la legge regionale con la quale si complicavano le norme regionali per la definizione degli spazi da dedicare a luoghi di culto, il governatore della Lombardia Roberto Maroni, ha detto che in realtà la leggina (ha detto leggina, è un tipo così) non era altro che la modificazione di una legge regionale esistente, che richiedeva che i comuni prima potessero e poi dovessero dotarsi di un piano per la concessione delle aree da adibire a luoghi di culto.
E fino qui, effettivamente, non pare che ci sia nulla di strano.

Se non fosse che il governatore, sapendo bene in quali condizioni versino le amministrazioni locali in termini di risorse e di organico, sopratutto in relazione all’edilizia ed al territorio, omette il fatto che questo approccio serve in effetti a bloccare tutto.
Però, fino qui, effettivamente, non c’è nulla di notevolissimo e gioca sui cavilli.

Poi Maroni fa un esempio.
‘Spetta, ricordiamo chi è Maroni: è un dirigente della Lega Nord (quella con la stagionalità dei furti come gli infestanti in agricoltura; ogni stagione politica nella Lega ha visto la fine di una classe dirigente per colpa di qualche astigmatico che leggeva male la P di “padroni a casa nostra”), che ha vomitato tutto il vomitabile su Roma, e sulla politica romana, il cui collega di partito Calderoli era stato eletto Ministro alla semplificazione, e fra qualche riga vedrete perché è rilevante. Insomma Maroni, quel lì.

Ecco, poi Maroni fa un esempio.
L’esempio, fatto da uno che adesso governa una regione e odia la politica di palazzo, è questo (rivolto all’intervistatore): le pare giusto che un piccolo commerciante o un piccolo centro commerciale, per aprire e condurre un’attività siano letteralmente schiacciati da un’infinità di leggi e leggine, e uno che vuole costruire una moschea – che si presta a diventare un centro per il terrorismo – non debba avere bisogna di nessuna speciale autorizzazione? La nostra proposta (leggina) mira solo a ristabilire una parità tra il piccolo negozio ed il piccolo centro commerciale e il resto.

Ora, a parte che non so cosa sia un piccolo centro commerciale, ma me lo immagino pieno di esseri minuti e negozi piccoli il tutto edificato in marzapane, però vorrei far notare la prospettiva dalla quale vengono fatte le leggine in Lombardia, quelli di Expo: non fare le leggi regionali per semplificare la vita ai piccoli negozi o i piccoli centri commerciali della Mattel™, no: portare le altre attività allo stesso livello di adempimenti.

Non semplificare la vita ai cittadini della regione, ma elevarne a standard le vessazioni burocratiche, definite asfissianti, per rompere il cazzo ai negher.
E facendo pure lavorare a vuoto la Corte Costituzionale; la stessa che aveva bocciato la legge Calderoli, quello che aveva il software speciale per scrivere emendamenti a cazzo e far perdere tempo al Parlamento, se parla di froci.

Se non sei né negro e né frocio, non sei nemmeno degno di attenzione; anzi sì, definisci uno standard vessatorio per gli altri e che, evidentemente, è nella natura delle cose e come tale è male andarci contro.

Tagli(ati)ne

Yahoo is a guide focused on informing, connecting, and entertaining our users. By creating highly personalized experiences for our users, we keep people connected to what matters most to them, across devices and around the world. In turn, we create value for advertisers by connecting them with the audiences that build their businesses. Yahoo is headquartered in Sunnyvale, California, and has offices located throughout the Americas, Asia Pacific (APAC) and the Europe, Middle East and Africa (EMEA) regions. For more information, visit the pressroom (pressroom.yahoo.net) or the Company’s blog (yahoo.tumblr.com).

Questa qui sopra è la tagline dei comunicati stampa di Yahoo!, la frase che le aziende aggiungono in calce ai comunicati per ribadire la propria identità.

Solo che un’azienda che deve ricordarlo ogni volta che annuncia qualcosa è già un’azienda che ha dei problemi; ma questa volta, la tagline è in calce ad un comunicato stampa in cui l’azienda dice che è in crisi e non sa come uscirne (vedi in fondo).

Due considerazioni a margine:

  1. Ho letto due anni fa un articolo che diceva che Yahoo! non aveva nessuna strategia, e campava alla giornata facendo solo avanzare mezze calzette e scappare quelli capaci, strapagando posizioni inutili per incarichi incomprensibili. Due anni fa.
  2. Secondo, la critica feroce che seguì quell’articolo, si concentrò solo sul fatto che per la prima volta a capo di un’azienda di questo tipo ci fosse una femmina. Si disse che ci fosse stato un maschio quelle critiche non sarebbero mai state mosse.

Da Yahoo – Yahoo Board of Directors Forms Independent Committee to Explore Strategic Alternatives

#salaattesa del 25.02.2016

Adesso ditemi che pure l’EFF non ha capito

EFF to Support Apple in Encryption Battle
We learned on Tuesday evening that a U.S. federal magistrate judge ordered Apple to backdoor an iPhone that was used by one of the perpetrators of the San Bernardino shootings in December. Apple is fighting the order which would compromise the security of all its users around the world.

We are supporting Apple here because the government is doing more than simply asking for Apple’s assistance. For the first time, the government is requesting Apple write brand new code that eliminates key features of iPhone security—security features that protect us all. Essentially, the government is asking Apple to create a master key so that it can open a single phone. And once that master key is created, we’re certain that our government will ask for it again and again, for other phones, and turn this power against any software or device that has the audacity to offer strong security.

The U.S. government wants us to trust that it won’t misuse this power. But we can all imagine the myriad ways this new authority could be abused. Even if you trust the U.S. government, once this master key is created, governments around the world will surely demand that Apple undermine the security of their citizens as well.

EFF applauds Apple for standing up for real security and the rights of its customers. We have been fighting to protect encryption, and stop backdoors, for over 20 years. That’s why EFF plans to file an amicus brief in support of Apple’s position.

Da EFF to Support Apple in Encryption Battle | Electronic Frontier Foundation

No, niente, così tanto per

Rettangolo Aureo

È un Rettangolo aureo.

Dunque, vediamo…

Alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1946, il Regno Unito, attraverso Winston Churchill, invocò la creazione di “una struttura sotto la quale vivere in pace, in sicurezza e in libertà… Una specie di Stati Uniti d’Europa”. Una decina di anni dopo, lo stesso paese rifiutò di entrare in questa struttura quando i suoi vicini europei cominciarono effettivamente a costruirla. Come definireste un paese del genere?

Una colonia di muffe?

Da Perché i britannici fanno tutte queste storie sull’Unione europea? – Gwynne Dyer – Internazionale.

Una che almeno s’appoggia ce l’avete?

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Come giustamente riporta il loro sito, ho cercato “lampada da tavolo“.

Escono pagine di lampadari, con le relative foto ed in fondo mi si chiede “hai trovato quello che cercavi?”
Ora, ammesso che io abbia beccato l’unica ricerca sul sito di IKEA.it che non restituisce risultati congrui, ovvero che tutto il resto, qualunque cosa sia il resto, venga correttamente trovato dal motore di ricerca, questo approccio all’informatica secondo il quale si fanno cazzate e si ribalta il problema sul cliente è vecchio ed ha pure un po’ rotto i coglioni.

IKEA non soffre certo per cose così, almeno finché continua a vendere mobili in fibra di cartonio presentandoli belli come se fossero di colla e segatura e rappresentandoli belli dritti e coi lati paralleli nei cataloghi; però almeno mi evitassero il “tutto OK?” finale.

Ci scrivessero “questo è quello che abbiamo trovato, e se non c’entra un cazzo, usa la fantasia”.

Da Risultato della ricerca – IKEA

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